L’armonia del paesaggio irpino racchiusa in uno sguardo. Ė il dono che un percorso antico riserva a chi raggiunge la sommità della rupe di Cairano.
Lì, a poco più di ottocento metri d’altezza, il vento è un compagno fedele. E mai silenzioso. La sua voce risuona sopra la valle dell’Ofanto, s’insinua tra le altre alture circostanti, raggiunge la catena di monti che si staglia azzurrina sull’orizzonte. E, da qualche tempo, si fa musica. Grazie ad un organo. L’unico al mondo in cui il suono è figlio del vento.
Era il giugno del 2019 quando sulla cima della rupe furono installati tre gruppi di sette canne di zinco e titanio ciascuno. Dalle più alte, che raggiungono i cinque metri per venti centimetri di diametro alle più piccolo di un metro e mezzo con appena nove centimetri di diametro. Sono impiantate su basi di legno cave in cui entra il vento prima di penetrare nelle canne, dove il suo suono, sempre mutevole, si trasforma in accordi. Uno strumento opera dell’organaro Claudio Pinchi, che lo ha dotato di caratteristiche particolari perché possa essere attivato dal vento. E infatti l’organo di Cairano ha cominciato a suonare solo nell’agosto del 2020.
Parte integrante del progetto di recupero del borgo irpino, l’organo a vento è perfettamente integrato nel paesaggio e ne esalta bellezza e suggestioni. Così, sulla rupe di Cairano, la natura compone sinfonie sempre nuove e irripetibili. Copyright video, foto e testi © 2020
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