Cinquanta chilometri di bellezza. Che si snodano tortuosi tra le rocce a strapiombo sul mare. E’ una delle meraviglie della Costiera Amalfitana, la strada che ne collega tutte le località da centosettant’anni.
Prima c’erano le scalinate per i brevi percorsi e le mulattiere per quelli più lunghi, attraverso luoghi impervi , sconosciuti ai forestieri, che permettevano di fuggire in sicurezza sui monti , quando sbarcavano i saraceni, invadendo le località costiere. Percorsi panoramici e duri, affrontati più volte al giorno, con il peso dei prodotti della terra e del mare da scambiare tra un paese e l’altro. L’esigenza di superare quei faticosissimi percorsi, rendendo finalmente accessibili i luoghi anche ai viaggiatori che si spingevano sempre più a sud, cominciò a manifestarsi agli inizi del Decennio francese, quando sul trono di Napoli sedeva Giuseppe Bonaparte.
L’opera, caldeggiata dalle popolazioni della Costiera, fu oggetto di lunga discussione, prima di essere approvata con il consenso generale. Così i lavori poterono iniziare nel 1811 e proseguirono anche dopo la restaurazione borbonica del 1815. Ma la progettazione originaria subì delle varianti in corso d’opera. Nel 1830, in particolare, mentre era ormai vicino il completamento del tratto tra Amalfi e Maiori, si decise di modificare il percorso, toccando, dopo Maiori, Capo d’Orso e Vietri. Era il 26 aprile 1850 quando finalmente fu messa la parola fine all’impresa, dando il via libera all’uso della nuova strada statale amalfitana, che prese il nome di Nastro Azzurro.
La strada , magnifica in tutta la sua lunghezza, inizia a Meta di Sorrento dalla Statale Sorrentina e prosegue lungo un tratto collinare nel comune di Piano di Sorrento, per poi costeggiare la parte meridionale della Penisola, nel territorio di Vico Equense. Da lì inizia l’itinerario amalfitano fino a Vietri sul mare, con tornanti in successione da cui si ammirano gli stupefacenti panorami dei paesi racchiusi nelle stupende insenature costiere.
Copyright video, foto e testi © 2020
___