Jakob Phillipp Hackert, prussiano di Prenzlau dove era nato il 15 settembre 1737, fu avviato alla pittura dal padre, per poi trasferirsi a Berlino, dove, dopo un periodo trascorso presso la bottega di uno zio, frequentò l’Accademia di Belle Arti e corsi che lo indirizzarono verso la pittura di paesaggio.
Con questa “specializzazione”, cominciò a viaggiare in Europa e nel 1766 arrivò a Parigi, dove lo raggiunse il fratello minore, anch’egli pittore. Due anni dopo, già noto e apprezzato per i suoi dipinti, si spostò in Italia, dapprima a Genova, poi a Livorno, Pisa, Firenze e Roma, dove dipingeva paesaggi che incontravano il crescente favore di importanti committenti e dei nobili viaggiatori del Grand Tour.
E a Roma, dove tornava tra i suoi continui viaggi lungo la Penisola, gli fu ordinata una serie di quadri per Caterina di Russia. Così Hackert godeva di fama europea quando giunse a Napoli nel 1782, presentato al re Ferdinando IV dall’ambasciatore russo.
Il re gli commissionò i primi lavori di una lunga serie e, nel 1786, lo nominò pittore di corte. Hackert dipinse opere per tutte le residenze reali, prendendo ispirazione dai suoi frequenti viaggi in ogni parte del regno. E fu lui a occuparsi del trasferimento a Napoli da Roma di altre opere della collezione Farnese ereditata da Ferdinando.
A Napoli aveva conosciuto ed era diventato amico di Goethe, che sarà poi il suo biografo. Lavorò instancabilmente fino al 1799, quando dovette lasciare Napoli dopo l’arrivo dei Francesi. Si spostò in Toscana. Morì a Careggi il 9 maggio 1807.
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