Nell’area flegrea la storia dei mitili, oggi certificati dagli impianti di stabulazione, cominciò in epoca romana.
Quando la presenza di fumarole e di acque calde termali che riemergevano un po’ ovunque, accese una luce nella mente geniale di Sergio Orata che, nel lago di Lucrino, realizzò il primo impianto per la coltivazione delle ostriche.
D’altra parte, proprio l’effigie dell’ostrica era presente in buona parte delle monete cumane. Ma i laghi furono sfruttati in modo intensivo. Poi, dopo un lungo periodo buio, bisognerà aspettare Ferdinando IV di Borbone che pensò di rilanciare gli allevamenti nel Fusaro: in breve tempo ci si accorse però che ostriche e cozze insieme erano incompatibili. Così l’allevamento di cozze si trasferì a Capo Miseno e dintorni: i pescatori della zona le mangiano crude con la mollica di pane e un po’ di succo di limone spremuto fresco. Un classico. Di recente, va detto, nel Fusaro è stata riorganizzata la produzione di cozze con buoni risultati. Il processo di crescita viene controllato attentamente in ogni sua fase e si prolunga da ottobre, dopo l’inseminatura, fino a maggio, quando le cozze sono ormai pronte per la vendita e per terminare il loro percorso in una profumatissima «impepata», in una zuppa di pesce, o in abbinamento con la pasta.
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