Immancabili nelle ricette del Sannio, le cipolle sono largamente coltivate nelle zone pianeggianti o di media collina. Ma tra tutte primeggia la dorata cipolla di Bonea, con il suo inconfondibile aroma.
Molto delicato è il sapore dei carciofi di Pietrelcina, da piccoli terreni domestici coltivati secondo saperi antichi. Raccolti in fasci da quattro, legati con i “vinchi”, cioè i giunchi raccolti sulle sponde del Tammaro, sono protagonisti di una tradizionale sagra a maggio. Tra le specialità vegetali, il fagiolo di SanLupo, per il clima a 500 metri di altezza e le peculiarità del suolo, è senza dubbio degno della Regina, com’è altrimenti noto, ovvero Maria Teresa di Borbone, che molto lo apprezzò.
Altro prodotto regale, con duemila anni di storia, è la mela annurca Igp, che si produce anche nelle valli Caudina e Telesina e nell’area del Taburno. E poi altre mele antiche: la sergente, la zitella e la limoncella, molto pregiata per la polpa bianca leggermente acidula, da cui si ottiene anche un tipico sidro, molto diffuso anticamente tra i contadini. Tra tanta uva da vino, c’è invece, per la tavola, l’uva
cornicella. E a Tocco Caudio e nei centri vicini del parco regionale del Taburno-Camposauro sono speciali le ciliegie. Rosse, molto zuccherine, ideali anche candite o sotto alcol. style="text-align: justify;">Terra di montagna, terra di boschi, quella sannita è prodiga di funghi: porcino bianco e nero, piopparelli, chiodini, gallinacci, mazze di tamburo, ovuli, retelle, scardelle, virni. E le faggete storiche del Taburno offrono l’humus adatto allo scorzone, un tartufo estivo, grosso, simile al tartufo nero e molto aromatico.
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