Nonostante lo scorrere del tempo, nel tratto della “Costa del Mito” a nord del golfo di Pozzuoli, i luoghi conservano nel nome il ricordo della presenza della Classis Miserenensis, la più importante flotta dell’impero, istituita da Augusto qualche decennio prima che scadesse il primo secolo avanti Cristo.
Protetta dalla rupe sormontata dal Castello, dominata dall’imponenza austera dell’antica fortificazione aragonese che oggi custodisce alcune dei gioielli archeologici rinvenuti nel mare che la bagna, si estende la spiaggia del Castello di Baia, all’estremità dell’ampio golfo di Pozzuoli.
Nella parte più estrema e avanzata della Penisola Flegrea, proprio di fronte a Procida, da cui la separa il tratto di mare più breve, si apre una baia con una spiaggia di sabbia fine, dov’è ospitato anche un porticciolo turistico.
piaggia
“O Vatia, tu solus scis vivere”, “O Vatia, tu solo sai vivere”: è rimasta nel tempo, consegnata alla storia, l’esclamazione con cui lo apostrofavano i suoi pari, quando lo incontravano a Roma, evocando i lunghi periodi che l’Isaurico amava trascorrere nella sua villa d’otium nel rinomato mare campano.
Oltre alle varie specie di uccelli che vi si fermavano durante le lunghe migrazioni, le folaghe popolavano stabilmente, sempre numerose, la vasta area umida costiera.
Nell’ultimo tratto della costa flegrea, ormai un tutt’uno col litorale domitio, nel territorio di Giugliano, compreso nell’area metropolitana di Napoli, al lido di Licola succede la grande spiaggia di Varcaturo.
Ormai ci si può arrivare solo via mare. Un lembo di terra, meno di un ettaro quadrato, che emerge dal mare davanti a Monte di Procida, e guarda l’isola, ben più grande, di Procida, come a ridurre la distanza marina tra quei due elementi di un’unica storia.