I danneggiamenti riportati nel tempo dalle frequenti incursioni saracene resero necessaria, nel 1563, una prima ristrutturazione che si accompagnò ad un ampliamento del complesso religioso. Altri interventi furono effettuati nel Settecento, per volontà dei Canonici Lateranensi a cui era affidato allora il convento. Con lo scioglimento degli ordini religiosi durante il Decennio francese nel 1808, fu acquisita al patrimonio statale anche l’antica Certosa, poi adibita a caserma al rientro sul trono dei Borbone, che ne fecero poi un ospizio per invalidi. Dopo l’Unità d’Italia e fino al 1898 vi erano inviati gli anarchici e i militari accusati di cattiva condotta. Nel Novecento fu ancora affidata ai Padri Lateranensi, che poi la lasciarono dopo la Seconda Guerra Mondiale. Intanto, negli anni Trenta, erano riemerse parti dell’originario impianto trecentesco occultate dagli interventi successivi. Tra le strutture più antiche, c’è il portico della chiesa, abbellita da affreschi risalenti alla fine del XVII e l’inizio del XVIII, con dipinti di Nicola Malinconicoraffiguranti Santi e personaggi dell’Antico Testamento.
Sempre trecentesco è il cosiddetto Chiostro piccolo con archi a tutto sesto su colonne e capitelli romani di spoglio. Rinascimentale, invece, è il Chiostro grande, circondato dalle celle dei monaci certosini e dal Quarto del Priore, dotato di un giardino di piante medicinali, piantate secondo i dettami degli antichi testi certosini. Del complesso, infatti, faceva parte anche una farmacia. Come in tutte le Certose, il complesso prevedeva, accanto agli spazi destinati alla clausura, quelli riservati ai frati conversi e agli ospiti, oltre ai granai, alle scuderie e ai laboratori dove i monaci svolgevano le loro attività.
La Certosa di San Giacomo ospita il liceo di Capri e, nel refettorio, dal 1975, il Museo Diefenbach, mostra permanente delle opere dell’artista Karl Wilhelm, morto sull’isola nel 1913.
Ph: Aurora Marea
Ph: Biagio D’Ambrosio
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