La Stazione Zoologica di Napoli è un’eccellenza scientifica di livello internazionale e un prezioso punto di riferimento per comprendere il rapporto tra la città e il suo mare.

Ed è anche la creatura di Anton Dohrn, a cui è intitolata, uno dei personaggi più interessanti del panorama scientifico ottocentesco, tra i primi sostenitori delle teorie darwiniane quando quelle ancora faticavano ad affermarsi negli ambienti scientifici ufficiali.  

Nato nel 1840 a Stettino, in Pomerania (regione che in seguito passò alla Polonia), Anton Dohrn apparteneva ad una famiglia resa ricca dal nonno Heinrich, proprietario di una raffineria di zucchero. Una condizione di benessere che permise al padre, Karl August di dedicarsi alle sue passioni culturali, la musica soprattutto, ma anche l’entomologia che lo rese famoso, facendogli stringere amicizie con i più noti studiosi del tempo, ciò che tornò utile ad Anton in seguito.Il giovane Anton non aveva, all’inizio, idee molto chiare sul suo futuro e intraprese senza grande convinzione gli studi di medicina e zoologia a Bonn, a Berlino e a Koenigsberg. Un primo punto fermo nella sua vita lo mise nel 1863, all’università di Jena, dove imbattendosi nell’opera di Charles Darwin, ne rimase talmente conquistato da decidere di continuare lo studio della zoologia e di dedicarsi a dimostrare la fondatezza della teoria darwiniana. E convinto che le risposte andassero trovate nel mare, nel quale aveva avuto origine la vita, scelse di effettuare alcune ricerche di zoologia marina sull’isola di Helgoland. Discepolo di Ernst Haeckel, una autorità in materia, fece altri viaggi di studio in Scozia e in occasione di uno di quelli progettò e costruì con il collega David Robertson un prototipo di acquario portatile, per trasportare gli organismi da studiare.

In Italia, la meta agognata di tanti uomini del Nord Europa, arrivò per la prima volta nel 1868, con destinazione Messina, la città in cui Haeckel mandava tutti i suoi studenti per periodi di ricerca sul Mediterraneo. E per andare a Messina bisognava imbarcarsi a Napoli, cosicchè fu nella città di Partenope il primo vero impatto con l’Italia per Dohrn.

Quelle esperienze di viaggi per motivi di studio regalarono a Dohrn una intuizione che avrebbe segnato la sua vita: costruire in tutto il mondo una rete di stazioni zoologiche, dove i ricercatori avrebbero potuto fermarsi per periodi più o meno lunghi ed effettuare i loro lavori, avendo a disposizione tutto il necessario. Una sorta di stazioni di posta al servizio della scienza, insomma. Quell’idea fu perfezionata a Berlino, dove pensò che se si fossero abbinate alle stazioni zoologiche degli acquari aperti al pubblico, con il prezzo dei biglietti si sarebbe potuta sovvenzionare la rete di strutture e la ricerca scientifica. E per iniziare a dar vita a questo suo progetto scelse Napoli, dove aver pensato inizialmente a Messina. Non a caso, perché all’epoca, si era nel 1870, la città campana contava 500mila abitanti ed ospitava ben 40mila turisti all’anno, che erano un numero di tutto rispetto, che avrebbe potuto rappresentare un pubblico ideale per l’acquario e, dunque, linfa vitale per la stazione zoologica.

Si trasferì dunque a Napoli, dove prese alloggio a palazzo Torlonia a Mergellina, e avviò la costruzione dell’edificio su un terreno nella Villa comunale a Chiaia che il Comune gli aveva ceduto gratuitamente, accogliendo con favore il suo ambizioso progetto. Nel 1873, il primo nucleo della Stazione Zoologica era ultimato e si trovava proprio sul mare. Ma durò poco, perché tre anni dopo, fu costruita via Caracciolo, e il mare si allontanò di qualche decina di metri.

La Stazione napoletana di Dohrn aprì subito le porte agli studiosi di ogni parte del mondo, a cui offriva condizioni di lavoro ideali, anche per la dotazione di strumenti disponibile. Ma soprattutto per la totale libertà che ad essi era riconosciuta, giacchè la regola fondamentale della Stazione era il rispetto della libertà di ricerca. E quel principio è rimasto intatto e pienamente attuale presso l’istituto di ricerca napoletano fino ai nostri giorni.

L’afflusso di ricercatori fu tanto grande già in quei primi anni da rendere presto necessario un ampliamento dell’edificio, che fu avviato nel 1888. Nel 1905 fu realizzato il grande cortile e nel 1958 la biblioteca, raggiungendo la configurazione definitiva della grande struttura. All’interno della quale era stato costruito fin dall’inizio un enorme acquario, con caratteristiche molto avanzate dal punto di vista tecnologico, visto che proprio Dohrn inventò un sistema di vasche alimentate da acqua di mare con un continuo ricambio, che consentiva una vita normale agli animali. E l’Acquario di Napoli è l’unico ancora aperto ad aver conservato inalterata la sua struttura originaria.

Nella gestione della Stazione, Dohrn dimostrò delle straordinarie capacità organizzative e gestionali, tanto da rappresentare ante litteram la figura del manager scienziato. Per raccogliere fondi per far funzionare la Stazione, utilizzò i biglietti dei visitatori, ma anche le barche usate per la ricerca in mare e per le visite guidate dedicate ad illustri ospiti che contribuivano con le loro donazioni. E fu l’amico Krupp a finanziare il terzo edificio del complesso sul lungomare.

D’altronde, i ricercatori che approdavano alla Stazione trovavano un’accoglienza unica, anche dal punto di vista umano, che unitamente alla bellezza di Napoli e dei dintorni, rese l’istituzione napoletana subito famosa e ricercatissima a livello mondiale. Solo durante la vita di Dohrn si fermarono a Napoli oltre duemila studiosi di ogni parte del mondo, per occuparsi delle loro ricerche sulla fauna e la flora del Mediterraneo. E la maggior parte di essi indicò nel periodo trascorso a Napoli un’esperienza fondamentale per la propria carriera scientifica. Nel tempo, la Stazione Zoologica ha “collezionato” tra i suoi ospiti ben venti premi Nobel.

Appassionato di musica, Dohrn accolse a Napoli oltre agli scienziati, molti musicisti suoi amici. Ma non mancò di rendere un tributo anche alle altre muse. Fu proprio il fondatore a commissionare gli affreschi di Hans von Marées che ornano la ricchissima biblioteca scientifica. La Sala degli Affreschi, dove si tenevano solitamente dei concerti, avrebbe ispirato più tardi Picasso e Paul Klee.

Anton Dohrn morì a Napoli nel 1909, ma la sua opera fu continuata dal figlio e poi da altri studiosi. Ciò che ha permesso alla Stazione Zoologica, che dal 1982 e riconosciuta come Ente Pubblico di Ricerca no strumentale, di restare ai vertici della ricerca scientifica internazionale e di essere annoverata tra le istituzioni più prestigiose d’Italia.




Informazioni utili:
L'acquario è aperto il sabato e la domenica dalle 10.00 alle 19.45. 
Costo del biglietto: intero 7 €, ridotto 5. 

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