La forma del dolce frutto ricorda vagamente una colomba. E giustifica ampiamento il nome “Palommina” della varietà nettamente prevalente tra i castagni che popolano i boschi di Montella.
Tante vigne, ma anche tanti uliveti fasciano le colline sannite, protagonisti di saperi e tradizioni che si confondono con le più antiche presenze dell’uomo in questa terra sempre generosa con chi la rispetta.
Immancabile come l’olio extra vergine nei grandi piatti della cucina irpina è la cipolla ramata di Montoro Pat, prodotta anche nel territorio di Solofra, dolce e aromatica, da consumare cotta o per farne confetture e conserve.
Ogni anno, in autunno, a Vitulano torna protagonista lei, la vera signora della montagna: la castagna vitulanese
Grandi come meloni e con un albedo molto spesso, i limoni di Procida sono definiti anche “limoni pane”.
Immancabili nelle ricette del Sannio, le cipolle sono largamente coltivate nelle zone pianeggianti o di media collina. Ma tra tutte primeggia la dorata cipolla di Bonea, con il suo inconfondibile aroma.
Gli alberi sono presenti ovunque, in Cilento. Ė una vera delizia tipica è il fico bianco del Cilento Igp. A diffondere il generoso albero furono i Greci nel VI secolo, ma anche i Romani erano ghiotti dei suoi dolcissimi fichi.
Non era stato facile il distacco, sofferto e temuto, dalla loro isola.
L’origine è probabilmente araba, con una diffusione che dalla Sicilia si è poi spostata verso nord, fino a trovare in Campania un luogo ideale di produzione e di rielaborazione creativa.