Arrivano dalla notte dei tempi, da quando gli agricoltori cominciarono a rendere grazie alle divinità della terra per l’esito dei raccolti.
Lungo la strada che fiancheggia l’area occupata dal Foro, cuore della città romana, si distingue, tra tutte, la bottega di un artigiano legato a una produzione tanto particolare quanto identificativa dell’antica Paestum: il profumo.
Il contesto è quello di una riserva di grande pregio ambientale nell’alta valle del Sele, intorno a due monti, l’Eremita, alto 1579 metri, e il Marzano, che raggiunge i 1527 metri.
L’armonia del paesaggio irpino racchiusa in uno sguardo. Ė il dono che un percorso antico riserva a chi raggiunge la sommità della rupe di Cairano.
Il più grande, che scende ad una profondità di ben 185 metri, è il Puro delle Mele. Il più piccolo, che arriva ad 80 metri, è l’unico raggiungibile attraverso un sentiero di grande suggestione per la bellezza della natura che vi si incontra.
Nella bella stagione, era il luogo ideale per fermarsi al calar delle tenebre a trascorrervi la notte. In alto, al sicuro sul fianco della montagna, la piccola spianata offriva spazio sufficiente a sistemare le greggi nei recinti fino alla precoce alba della primavera e dell’estate.
Era lungo la salita verso il santuario sulla vetta che le donne giovani, nell’età giusta per diventare madri, deviavano dal percorso solitamente seguito dai pellegrini.
Ormai è uscito dal buio dei secoli e degli scaffali. Disponibile per gli studiosi nella sala che si apre di fianco al busto in gesso di monsignor Onofrio Buonocore, fondatore della Biblioteca Antoniana dalle cui finestre si ammira il Castello Aragonese e penetra pungente l’aria salmastra del mare vicino. La carta fortemente ingiallita dal tempo, con ampie macchie di umidità, indica nella vetustà il suo più evidente valore.
Figlio di Ignazio, portò avanti l’opera del padre, mettendo le sue competenze tecniche al servizio dell’isola. Nato a Capri il 28 giugno 1875, Edwin Cerio, come tutti gli isolani interessati a proseguire gli studi, dové lasciare presto l’isola, per frequentare il Nautico e poi per laurearsi in ingegneria meccanica e navale a Genova.
(l’amaro) è lo pseudonimo di Aleksej Maksimovič Peškov, che nacque a Niznij Novgorod il 28 marzo 1868. Rimasto orfano da piccolo, fu cresciuto dalla nonna alla cui morte, appena diciannovenne, tentò il suicidio, per poi mettersi in viaggio a piedi per cinque anni, raggiungendo ogni angolo della Russia e facendo i più diversi lavori per mantenersi.
Un caprese d’adozione che dedicò la vita all’isola amatissima, scoprendone i “segreti” più affascinanti. Abruzzese di Teramo, dove era nato il 28 febbraio 1840, Ignazio Cerio studiò medicina, laureandosi ad appena vent’anni, avviato dal padre alla carriera militare.
Una partita a scacchi memorabile. A giocarla era stato Vladimir Ulic Ulianov detto Lenin (22 april 1870 – 21 gennaio 1924) con Bogdanov a Capri, dove il padre della Rivoluzione russa era approdato per la prima volta il 23 aprile del 1908, ospite dell’amico Maxim Gorkij, che da tempo lo aveva invitato.
Cinquantanove anni vissuti sempre a mille, scelte di campo senza sfumature, personalità controversa, Curt Erich Suckert, noto con lo pseudonimo di Curzio Malaparte, madre italiana e padre tedesco, era nato a Prato il 9 giugno 1898. Studi classici, a soli sedici anni all’inizio della Prima Guerra Mondiale si era arruolato volontario nella Legione straniera per poi passare sottotenente nell’esercito italiano, guadagnandosi la medaglia di bronzo.
Uno dei grandi protagonisti dell’archeologia del Novecento, che diede un impulso decisivo alla conoscenza della storia antica della Campania. Amedeo Maiuri era nato a Veroli il 7 gennaio 1886 e, dopo gli studi classici, si era laureato in Lettere, per poi trasferirsi a Napoli come ispettore presso il Museo Archeologico Nazionale.
Da Boccaccio al Grand Tour e ora anche museo...
Aria buona e verde rigoglioso. Con l’aggiunta di un indimenticabile panorama sul golfo di Napoli.
Il suo vero nome non lo sapremo mai. Ma quattro lettere in alfabeto calcidese, scritto da destra verso sinistra, sono state sufficienti a risparmiargli l’anonimato comune alla maggioranza dei suoi colleghi. C’è l’ha fatta, Inos, a sconfiggere l’oblio.
Quattro pergamene, passate alla storia come i più antichi documenti scritti in lingua volgare: sono i cosiddetti Placiti campani o Placiti cassinesi, risalenti all’epoca del principato longobardo di Capua, tra il 960 e il 963.
Due piste con delle strane impronte. 58 per l’esattezza. Alcune a zig zag altre diritte. Di dimensioni e caratteristiche umane, ma non proprio. E su un blocco di tufo ai piedi del versante nordoccidentale del vulcano spento di Roccamonfina.
Era ben visibile da tutti i santuari della costa: dall’Heraion alla foce del Sele a Poseidonia, all’antica Pontecagnano. Quel luogo sulla cima di Costa Palomba, nel cuore degli Alburni, oggi nel comune di Sant’Angelo a Fasanella, era tappa imprescindibile per chiunque si spostasse nelle terre dei Lucani.
Era tornato a Padula in quel marzo 1909 che gli sarebbe stato fatale. Pochi giorni prima di raggiungere la sua principale destinazione, Palermo, dove la mafia era già avvisata e pronta ad ucciderlo.
Far scoppiare un focolaio di rivolta contro i Borbone con il sostegno della popolazione e favorire l’unificazione d’Italia. Il piano elaborato da Carlo Pisacane prevedeva che tutto questo dovesse avvenire nel Cilento, dopo aver liberato i prigionieri politici ristretti in carcere a Ponza.
Nel settimo libro dell’”Eneide”, Virgilio vi aveva identificato una delle porte d’ingresso agli Inferi, come il Lago d’Averno sulla costa flegrea.
Il posto d’onore le spetta anche sulla parete, oltre che nella memoria.
Una foto in bianco e nero la ritrae in navigazione. Il nome dipinto sulla murata, in bell’evidenza: Vittoria. Lo stesso che si legge sul modellino
Oltre tremila suoi dipinti presenti in numerosi Paesi, artista instancabile, Luca Giordano nacque a Napoli il 18 ottobre 1634 figlio di un modesto pittore e fin da giovane iniziò a costruirsi una solida formazione tecnica attraverso lo studio dell’opera dei grandi artisti del passato in un contesto, quello della Napoli di metà Seicento, fortemente influenzato dall’eredità artistica di Caravaggio.
Una gita a Napoli non è completa se non si percorre San Gregorio Armenoper scegliere i pastori, a prescindere (citando Totò) dal periodo natalizio, in una dimensione – quella dei Decumani – che è come «un presepe nel presepe» in un riflesso moltiplicato di specchi.
Per acquistare un souvenir si va a colpo sicuro. L’abilità dei vasai di Ischia risale ad epoche remote, ed è rimasta un po’ magica questa capacità degli artigiani e maestri locali della terracotta, di lavorare l’argilla con grande passione e creatività: sono gli eredi perfetti di un passato glorioso, fatto di scambi commerciali, di caratura internazionale, che rievocano la civiltà greca.
Sebbene cresca ovunque particolarmente rigogliosa, grazie alla fertilità del suolo vulcanico, non è dalla vegetazione che in gran parte la ricopre che Ischia ha preso il nome di Isola Verde.
Fino al 1854 il porto di Ischia era un lago di origine vulcanica, che solo una stretta striscia di sabbia separava dal mare. Al suo interno s’innalzava un isolotto abitato. Che nel 140 d.C. fu oggetto di una lettera inviata dal giovare Marco Aurelio, futuro imperatore, al suo maestro di retorica, Frontone.
L’alfabeto latino, che ancora oggi utilizziamo come tanta parte della popolazione mondiale, ha la sua origine nell’alfabeto greco in uso nell’isola di Eubea, dalla quale provenivano i coloni che si insediarono sull’isola d’Ischia, da loro chiamata Pithekoussai, intorno al 790/780 a.C.
L’iniziatore della dinastia angioina, nemico giurato di Svevi e Aragonesi, nacque a Parigi il 21 marzo 1226 dal re di Francia Luigi VIII, che lo lasciò orfano a soli otto mesi, e da Bianca di Castiglia che lo crebbe. Destinato alla carriera ecclesiastica, la morte prematura di due fratelli lo indirizzò alla vita militare e alla conquista del potere.
Figlio di Carlo I e di Beatrice di Provenza, nacque nel 1254. Principe di Salerno dal 1266, partecipò dopo i Vespri siciliani alla guerra contro gli Aragonesi. Nel 1284, mentre il padre Carlo I era in Provenza per preparare la grande flotta, finanziata dal papa francese Martino V, che avrebbe dovuto consentire la riconquista della Sicilia, la flotta aragonese dalla Sicilia, sotto il comando dell’ammiraglio Ruggero di Lauria, si palesò all’improvviso davanti a Napoli.
Nell’Isola Azzurra, famosa nel mondo per l’incantevole Grotta Azzurra, c’è anche un piccolo rettile dal caratteristico colore verde azzurro che sul dorso, ancora più scuro, assume una intensa tonalità blu cobalto: è la lucertola azzurra di Capri, la Podarcis siculus coeruleus già Lacerta coerulea faraglionensis, che è una sottospecie endemica della lucertola campestre.
Montella non è solo il cuore della produzione della castagna IGP che porta il suo nome, riconosciuta eccellenza irpina. É anche terra di sorgenti.
Tra le vestigia più diffuse e meglio conservate dovunque sia arrivata la dominazione di Roma ci sono soprattutto quelle degli acquedotti, realizzati con tecniche che hanno sfidato l’usura del tempo.
Tostate e sminuzzate, comparivano come ingrediente in diverse ricette del “De re coquinaria” di Apicio, il famoso cuoco romano vissuto tra il I e il II secolo d.C. che così raccomandava l’uso delle “noci di Avella”, ovvero le nocciole.
E’ una testa di lupo, hirpus, l’elemento decorativo che caratterizza le ceramiche della necropoli di Piano Cerasulo.
Le “ruote di carro” pesano sei chili, ma la pezzatura più diffusa è di due chili. Pagnotte rotonde, di grano duro e tenero, cresciute con lievito madre e cotte anche in forno a legna: il pane che ha reso famosa Calitri.
I Grimaldi, Principi di Monaco, per oltre un secolo, dal 1532 al 1631, possedettero il feudo di Monteverde, l’antico Mons Viridis che già ne suo nome rappresenta la verde Irpinia.
Su una dorsale collinare tra le valli del Calore e dell’Ufita, Mirabella trae il suo secondo nome dall’antica Aeclanum, il cui sito è nella frazione Passo di Mirabella.
Fu il rito della “primavera sacra” a dare inizio al nuovo popolo, i Sanniti. Sabini di origine, intorno al VII-VI secolo a.C. si spostarono dalla loro terra per andare a colonizzare nuovi territori, più a sud, lungo l’Appennino.
Un viaggio a ritroso nel tempo. Fino al Cretaceo, 110 milioni di anni fa, quando alle pendici del Matese, dove sorge Pietraroja, si estendeva una laguna.
Ogni sette anni per sette giorni, dal lunedì dopo il 15 agosto alla domenica successiva. L’intera comunità del centro medievale della Valle Telesina è mobilitata a organizzare e animare i Riti settennali di penitenza in onore dell’Assunta.
Nel Castello di Montesarchio ha sede il Museo archeologico nazionale del Sannio Caudino, con i reperti dei corredi funerari risalenti tra il X-IX secolo e l’epoca romana, rinvenuti delle necropoli di Caudium, Saticula (Sant’Agata de’ Goti) e Telesia (San Salvatore Telesino).
Tipica forma di artigianato artistico, la tarsia lignea di Sorrento è stata un emblema per i viaggiatori del Grand Tour.
Il rullo dei tamburi irrompe improvvisamente nella notte di Sorrento e squarcia il silenzio rispettato dalla folla in attesa.
Le donne le intrecciano per le persone di famiglia e gli amici più cari. Secondo schemi consolidati nel tempo, che si arricchiscono di volta in volta delle trovate creative delle artefici.
E’ il figlio più illustre della Penisola sorrentina, Torquato Tasso. Anche se le sue peregrinazioni in giro per le corti d’Italia fin da ragazzo, hanno legato il nome dell’autore de “La Gerusalemme liberata” a tante altre città.
Ha fatto parte del repertorio dei più grandi tenori del Novecento, tra i maggiori successi mondiali della canzone napoletana.
Tra i primi autori del Romanticismo, Alphonse Marie Louis de Prat de Lamartine nacque a Macon il 21 ottobre 1790 in una famiglia della piccola nobiltà terriera. Studiò dai Gesuiti e già da ragazzino mostrò una grande propensione per la poesia. Invece di intraprendere la carriera militare alla conclusione degli studi, la famiglia nel 1811 gli permise un viaggio in Italia, presso parenti che risiedevano in diverse città tra cui Napoli.
A soli due chilometri dal Vesuvio, sulla collina del Salvatore scelta per la sua posizione particolarmente favorevole, sorge la sede storica dell’Osservatorio Vesuviano,
Allievo di Luca Giordano, le notizie biografiche di Nicola Russo sono estremamente scarne. A cominciare dalla data della nascita, di cui si conosce solo l’anno, il 1647. Artista barocco, lavorò in diverse chiese napoletane: dalla chiesa di Sant’Antonio a Tarsia a Santa Maria del Parto a Mergellina; dalla chiesa di Santa Maria di Portosalvo al complesso di Suor Orsola Benincasa, alla cappella di San Francesco da Paola all’interno del Maschio Angioino; dalla chiesa di Santa Maria Maddalena delle Convertite spagnole all’abbazia di San Michele
...Il più grande poeta di Roma, il cantore delle sue leggendarie origini, Publio Virgilio Marone, era nato nei pressi di Mantova il 15 ottobre del 70 a.C., figlio di un piccolo proprietario terriero. Già giovanissimo, dopo aver studiato grammatica a Cremona, giunse a Napoli per la prima volta, per frequentarvi la scuola di filosofia, ancor prima di spostarsi a Roma per completare la sua formazione con lo studio della retorica.
Era il settembre del 1532, quando il nuovo vicerè don Pedro Alvarez de Toledo arrivò in una Napoli ancora ferita, dopo la pestilenza che aveva seminato decine di migliaia di morti. Il vicerè avviò subito il suo ambizioso piano di trasformazione e ammodernamento della città, che poi allargò a Pozzuoli.
Re a soli otto anni, nel 1759, quando il padre Carlo salì sul trono di Spagna, Ferdinando era nato nel Palazzo reale di Napoli il 12 gennaio 1751. Dal 1759 al 1767, quando raggiunse la maggiore età, il regno fu governato da un Consiglio di Reggenza che riceveva istruzioni da Madrid. Il giovane sovrano non aveva interesse per lo studio e non si era dedicato molto alla sua formazione, preferendo le battute di caccia ai libri.
Figlio primogenito del famoso Luigi, l’autore della Reggia di Caserta, compì la sua formazione come architetto e ingegnere, insieme ad altri due fratelli, sotto la guida paterna proprio nel cantiere della Reggia e poi nella progettazione dell’Acquedotto Carolino. Quando Carlo era poco più che ventenne, il padre decise di continuare a farlo lavorare tra Napoli e Caserta, mentre gli altri due fratelli si trasferirono in Spagna.
Jakob Phillipp Hackert, prussiano di Prenzlau dove era nato il 15 settembre 1737, fu avviato alla pittura dal padre, per poi trasferirsi a Berlino, dove, dopo un periodo trascorso presso la bottega di uno zio, frequentò l’Accademia di Belle Arti e corsi che lo indirizzarono verso la pittura di paesaggio.
Assetato di sapere, Gaio Plinio Secondo, più noto come Plinio il Vecchio, fin da piccolo si era interessato a studiare e ad approfondire le più diverse discipline con la passione e la curiosità del ricercatore. E ad accrescere e rafforzare il suo patrimonio di conoscenze contribuirono non poco le spedizioni militari a cui partecipò in varie zone dell’impero sotto Vespasiano, di cui era amico, e i numerosi viaggi, che lo portarono fino in Africa.
Non è stato facile per i posteri ricostruire la biografia di Pietro Cavallini, uno dei massimi esponenti della Scuola romana del XIII secolo. Il nome Petrus Caballinus de Cerronibus utilizzato nei documenti ufficiali aveva fatto pensare a lungo che si trattasse di un’altra persona e c’è voluto tempo per ricomporre un quadro attendibile delle informazioni disponibili.
Era di Siena l’insigne scultore e costruttore Tino di Camaino, che vi era nato intorno al 1285, figlio dell’architetto Camaino di Crescentino, ma il suo maestro fu il grande Giovanni Pisano, al cui fianco partecipò alla realizzazione dei rilievi della facciata del Duomo di Siena.
Ha dato il nome a uno spumeggiante vino rosso Doc. E’ famosa per i tessuti, anticamente frutto di una florida industria dei bachi da seta, e per la moderna produzione di costumi da bagno. Ma la storia di Gragnano da otto secoli è legata soprattutto alla farina.
Copyright © 2024 - Tutti i diritti sono riservati. Qualsiasi riproduzione, anche parziale, senza autorizzazione è vietata.